ASSICURAZIONE AUTO E SICUREZZA STRADALE: UN ANELLO MANCANTE

Una riforma del bonus-malus potrebbe indurre comportamenti alla guida più' corretti

  1. Le polemiche sul rincaro delle tariffe assicurative della responsabilità civile (RCA) fanno concentrare l'attenzione dei media e dei cittadini-consumatori sull'aspetto meramente economico del problema e trascurano quello, ben più grave, dei costi sociali e dei drammi umani sottostanti, che sono incompatibili con la civile convivenza e ormai rappresentano un'emergenza nazionale: 8000 morti, 200.000 feriti, 20.000 disabili permanenti, 20 miliardi di euro di spese sono il bilancio annuale degli incidenti stradali in Italia, che detiene il primato europeo del numero degli incidenti in rapporto ai veicoli circolanti. Le cronache quotidiane mostrano i drammatici effetti della condotta di un gran numero di automobilisti irresponsabili e incapaci, spesso sotto l'effetto di alcool e droghe, quando non di veri e propri delinquenti al volante nell'esercizio delle loro funzioni.

    Le assicurazioni dovrebbero impegnarsi in prima linea nella guerra per la difesa della sicurezza stradale al fine di riequilibrare il proprio bilancio, evitando così di scaricare sulla generalità degli assicurati i costi della copertura di rischi insostenibili. Incentivare un comportamento più prudente alla guida tutela allo stesso tempo l'interesse generale della società e l'interesse delle compagnie assicuratrici, le quali lamentano bassi profitti o perdite nel comparto della RCA: la vana rincorsa dei premi pagati dagli assicurati alla smodata crescita degli indennizzi è dovuta in gran parte - al di là degli episodi di truffa a danno delle compagnie - al fatto che i conducenti spesso non adottano i comportamenti necessari a ridurre al minimo i rischi.

    Questo atteggiamento, dovuto principalmente all'assenza di una cultura diffusa della sicurezza stradale e allo scarso impegno istituzionale nel campo della prevenzione degli incidenti, è anche contrario alla normale prassi assicurativa, che presuppone il coinvolgimento dell'assicurato affinché l'evento dannoso non abbia a verificarsi. Quale assicuratore concederebbe la copertura antincendio a un palazzo che ospitasse in cantina un deposito di benzina o l'assicurazione sulla vita a un appassionato del gioco della roulette russa? E se fosse obbligato a farlo per legge, non dovrebbe forse pretendere un premio altissimo?

  2. La lotta alle stragi sulle strade esige ovviamente il concorso della volontà politica delle Amministrazioni pubbliche e la consapevolezza dei cittadini. Una partecipazione attiva delle compagnie assicurative, coordinata dall'Associazione di categoria (ANIA), dovrebbe attuarsi attraverso i seguenti strumenti.
  3. 1. Gestione di apposite campagne di informazione e di educazione anti-infortunistica degli utenti-clienti; a questo proposito va segnalata la campagna di sensibilizzazione rivolta ai futuri patentati dall'ANIA. Simili iniziative andrebbero rese più diffuse e capillari anche nei confronti dei conducenti patentati, e specie di quelli più esposti al rischio di incidenti.

    2. Appropriati incentivi monetari ai comportamenti corretti potrebbero essere introdotti attraverso una più articolata politica dei premi, che andrebbe maggiormente legata al conducente dell'autoveicolo assicurato.

    Lo schema del "bonus-malus", in particolare, dovrebbe essere modificato nel senso di incentivare ex ante il corretto comportamento alla guida anziché sanzionarlo ex post dopo l'avvenuto sinistro. La prassi di aumentare il premio RCA a seguito della denuncia - anche se solo "cautelativa" - di un sinistro può indurre atteggiamenti scorretti tesi ad evitare il riconoscimento della colpa e la stessa presentazione della denuncia, con aggravio del contenzioso. Non si può neanche escludere che la volontà di evitare l'aumento del bonus-malus sia alla radice, in alcuni casi, della fuga del responsabile dopo un grave incidente, come testimoniato dalle sempre più frequenti cronache degli atti di "pirateria" della strada. Sembrerebbe più efficiente modificare il premio della RCA in base ai rilievi e alle sanzioni effettuate dalle forze dell'ordine a carico dei conducenti dei veicoli assicurati, che dovrebbero essere resi noti alle rispettive compagnie, ovvero inseriti in una "Anagrafe dei rischi" dei conducenti accessibile a tutte le compagnie in sede di rinnovo o di stipula di nuovi contratti. L'attuazione di questa misura potrebbe essere coerente con quella della "patente a punti" prevista dalla modifica del codice della strada.

    3. L'efficienza dei controlli e la certezza della giusta sanzione dei comportamenti scorretti al volante devono completare il quadro delle misure a favore della sicurezza stradale. Anche in questo ambito le assicurazioni potrebbero avere un ruolo di protagonista: ad esempio addetti delle compagnie, appositamente addestrati, potrebbero essere autorizzati a svolgere compiti di rilevazione di alcune inadempienze al codice della strada (basti pensare alle cinture di sicurezza e al casco per motociclisti), ottenendo direttamente informazioni sulla rischiosità degli assicurati e lasciando alle forze dell'ordine e alla magistratura l'eventuale azione sanzionatoria.

  4. Su un piano più generale, le misure di controllo dovrebbero essere potenziate attraverso il ricorso generalizzato e obbligatorio alle nuove tecnologie di telerilevamento della posizione e dello spostamento dei veicoli, ormai disponibili a costi contenuti: benefici effetti, in particolare, si avrebbero sul fronte del furto degli autoveicoli, che spesso costituisce la fase iniziale di imprese criminose e tragedie stradali.

    L'inserimento delle generalità del conducente in questo sistema di telerilevamento - attraverso la lettura della sua patente informatizzata a bordo del veicolo - dovrebbe "chiudere il cerchio" del monitoraggio e della repressione dei comportamenti illeciti, rendendo allo stesso tempo disponibili alle imprese assicuratrici dati utili sui rischi che effettivamente incombono sui veicoli assicurati. Naturalmente le informazioni rilevate da questi sistemi dovrebbero essere protette a tutela della privacy dei cittadini, tenendo presente che quest'ultima esigenza non deve comunque far premio sulla sicurezza stradale e sulla lotta alla criminalità.

  5. Il costo di queste misure dovrebbe essere ripartito tra lo Stato, gli utenti e le stesse compagnie assicuratrici; per quanto oneroso, esso non sarebbe altro che un investimento teso alla riduzione di costi ben più gravi per tutti.