IL DITO SULL’AUTOMOBILE

INTRODUZIONE

Dobbiamo convincerci che il possesso di una macchina non autorizza di per sé il conducente a occupare e usare indiscriminatamente e gratuitamente le strade (e i marciapiedi) della città, scaricando sugli altri cittadini (automobilisti, utenti dei mezzi pubblici, pedoni) il costo della propria "libertà" di movimento, che si traduce spesso nell’abuso.

Nel breve periodo, anche alcuni interventi pur necessari - come i disincentivi fiscali e la costruzione di parcheggi nelle aree urbane - non basteranno ad alleviare significativamente lo squilibrio tra domanda e offerta di "circolazione automobilistica privata" che rende ormai inevitabile l’applicazione di meccanismi drastici di regolazione dell’uso dello spazio pubblico, quali il razionamento o l’imposizione di un prezzo che rifletta la scarsità di questa risorsa.

Solo mediante un'intelligente atteggiamento di "auto-limitazione" potremo mitigare la penosità e la parziale iniquità di tali misure. Questa soluzione richiede però un cambiamento di mentalità che chiama in causa uno dei più radicati miti degli italiani: dobbiamo infatti "mettere il dito" sull’automobile per rivedere i preconcetti che influenzano il nostro rapporto con questo "oggetto del desiderio".

Nelle prime sezioni di questo libro la necessità del cambiamento di mentalità è messa in evidenza proponendo alcune brevi riflessioni attorno al rapporto tra l’automobile e noi stessi - utenti della strada, cittadini, contribuenti - che viene di volta in volta interpretato secondo diversi profili.

Le conclusioni e le proposte che scaturiscono dalla riflessione, compendiate nell’ultima sezione, pur essendo dettate dal più ovvio buon senso (anzi, forse proprio per questo), possono apparire utopistiche e velleitarie; tuttavia non una di esse manca del riscontro di uno studio o di un parere autorevole, o almeno del conforto dell’opinione espressa da qualche giornalista o osservatore dei problemi quotidiani.

Le proposte di intervento, in particolare, sono quasi sempre basate su consolidate esperienze estere, quando non dalla stessa legislazione italiana in materia di circolazione stradale o di tutela dei diritti civici, spesso inapplicata.

 

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I N D I C E

  1. Il profilo della libertà
    • L’auto e la libertà propria e altrui

    • Governo e cittadini: la scelta tra pubblico e privato nei vari paesi.

  2. Il profilo della psiche

    • L’auto e il se’. Guido dunque esisto. La status symbol

  3. Il profilo dell’economia

    • Distorsione del sistema dei prezzi e degli incentivi.

    • Trasferimento dei costi.

    • Meccanismo di riequilibrio: razionamento o prezzo (road pricing)

  4. Il profilo ecologico

    • Inquinamento fisico

    • Inquinamento visivo

    • Inquinamento acustico

    • Inquinamento chimico

  5. Il profilo della sicurezza

    • Consenso su norme severe

    • Separazione tra auto e alcool

    • Il rito di iniziazione (luoghi alternativi alla strada)

    • Un protagonista mancante

       

  6. Un profilo speciale: l’aspetto sociale e giuridico

    • L’auto č un arma. Suo uso da parte di delinquenti e pazzi.

    • Effetti moltiplicativi del comportamento scorretto e criminoso.

    • E’ possibile configurare un uso improprio dell’auto?

  7. Il profilo morale

    • Il ruolo degli educatori (famiglie, giornalisti, Chiesa )

  8. Conclusione: come raggiungere il cambiamento di mentalità

    • L’auto-limitazione

    • Educazione - esempio - persuasione

    • Il quadro legislativo

    • Proposte - esempi esteri - la tecnologia